Un basket così così ma che emozione vederli tutti insieme......









da L'arena del 03.10.2006
di Renzo Puliero
Emozione, commozione, ricordo, speranza. Un'epoca rivive nei suoi protagonisti.Hanno qualche chilo in più, ma la mano resta calda, la passione coinvolgente, l’amore per Verona nel cuore. La cornice che li accoglie è suggestiva, l’atmosfera creata da Media Event li avvolge. La gente di Verona risponde. Il PalaOlimpia è bello da vedere. Si rivedono gli appassionati di un tempo ricercare il posto di sempre, quasi che da lì l’applauso sia più forte e sentito e che il tempo, per un attimo, una serata, si sia fermato. Sperando riprenda perchè la risposta di Verona è: vogliamo il grande basket. Ironicamente, la curva scrive: «Verona senza basket l’è come el lesso sensa la pearà». Il PalaOlimpia applaude all’ingresso di tecnici e giocatori, chiamati dalle voci storiche del basket veronese Mario Poli e Alessandro D’Errico, L’«occhio di bue» li accompagna al centro del parquet. Scorrono Lino Frattin, braccio destro di Bucci nella scalata alla A1; Alessandro Giuliani, altro prezioso assistente; Pippo Faina, l’allenatore dell’Eurolega; Bruno Arrigoni, il coach della prima promozione in A; Lino Lardo quello dell’ultima Müller dopo essere stato giocatore; il condottiere della Coppa Italia, Alberto Bucci; l’artefice dell’«orologio con anima» Franco Marcelletti. E poi i giocatori: Nereo Gregorat, grande realizzatore; Jo Noli, promosso con la Citrosil; Riccardo Caneva, gran tiratore da tre; Massimiliano Rizzo, promozione in A1; Moreno Sfiligoi, perno della difesa di Lombardi; Diego Pastori, anima e cuore; Sandro Brusamarello, regista verso la A1; Paolo Moretti, uno dei più grandi talenti del basket italiano; Ricky Morandotti, tutto sostanza; Rodolfo Rombaldoni, da Verona all’argento di Atene; Roberto Bullara, uomo chiave per la Korac; Giampiero Savio, capitano della Coppa Italia e sesto uomo per la Korac; Ale Frosini, da Verona una grande carriera; Pino Brumatti, uno dei più grandi ognitempo; Claudio Forcato, per nove anni capitano della Scaligera; Sandro Boni, un pilastro al centro; Matteo Nobile, grande talento; Giorgio Boscagin, l’ultimo prodotto del vivaio gialloblù, ora azzurro; Giacomo Galanda, argento olimpico; Davide Bonora, il regista per eccellenza; Giampaolo Zamberlan, una bandiera; Roberto Dalla Vecchia, il capitano (e la curva gli dedica un coro solo per lui). E poi gli stranieri: Jo Jerichow, che abita sul lago; Gnad, pilastro nell’area colorata in Korac; Russ Schone, il grande rosso; Misha Beric, l’uomo della curva; Rudy Keys, determinante per la Korac; Sly Gray, il tuttofare; Drazen Dalipagic, nessuno come lui per fare canestro; Henry Williams, il folletto che ha fatto innamorare Verona. Poi c’è l’applauso per Dado Lombardi e Mike Iuzzolino, assenti, ma presenti con parole toccanti.
Nella prima partita la Mash (Rombaldoni, Forcato, Bullara, Beric, Brumatti, Keys, Jerichow, Galanda, Boni, Schoene) supera 28-23 la Glaxo (Brusamarello, Noli, Dalipagic, Boscagin, Moretti, Nobile, Morandotti, Frosini, Sfiligoi, Dalla Vecchia). Il primo canestro è una bomba di Keys. A Dalla Vecchia, invece, il tiro pesante non entra. Schone è quello di sempre: rimbalzo e canestro. Galanda è ancora in attività e si vede. Frosini pure. Moretti, invece, è in panchina, ma i lampi di genio in campo li ha sempre. Lui e Fro chiudono un break Mash (9-10). Morandotti è un altro che, pur con diversi chili in più, cerca lo spettacolo. Poi ci pensa Rombaldoni a chiudere con le triple a favore della Mash.
La Glaxo perde anche contro la Müller (Lardo, Bonora, Gregorat, Williams, Savio, Gray, Zamberlan, Caneva, Pastori, Rizzo, Gnad) allenata da Franco Marcelletti, l’unico a chiamare time out. Decidono le bombe a raffica di Williams, che sembra quello che infiammò il PalaOlimpia al suo arrivo (34-37) e che ripropone, con Gray e Williams, quelle azioni che portarono in alto la squadra di Marcelletti.
Prima della finale ci sono i premi a Bonora (miglior assistman), Schoene (miglior stoppatore), Morandotti (miglior realizzatore da due punti), Dalipagic (miglior realizzatore da tre), Zamberlan (la bandiera), Williams (più punti in assoluto) e per Dalla Vecchia (il più presente: 385 gettoni). E lì i quattromila del PalaOlimpia si alzano in piedi per una standing ovation.Poi Henry Williams, top scorer della serata, conduce la Müller al successo con una serie di triple da tutte le posizioni (30-38).Marcello Reatto, l’arbitro di Feltre che ha diretto con Bramati e Del Greco, dice che «il basket è l’unico sport nel quale il gesto atletico tende verso il cielo». Chissà se la Verona che conta darà la spinta.
1 commento:
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