17 marzo 2009

L'origine dei Cognomi

BERTOLDI
Bertoldi è diffuso in tutto il centro nord ed è probabilmente originario del Veneto occidentale e del Trentino, Bertoldo sembra avere un ceppo nel cuneese, uno nel nord milanese ed uno nel Veneto e Lombardia orientale, derivano dal nome medioevale di origini longobarde Bertholdus di cui ad esempio si hanno tracce nel 1100 nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale, dove si legge: "...predictus Otto dedit vuadiam in manu suprascripti Anselmi et ad partem suprascriptorum germanorum suorum tamquam ad suam, ita ut postquam Bertoldus et Incaldia, germani infantuli, nepotes ipsius Ottonis et fillii quondam Arderici,..." e nel 1200 a Cividale (UD) come prototipo di cognominizzazione: "...D. Bertoldus Dei gratia S. Sedis Aquilegensis Patriarcha investivit Magistrum Valterium scutarium eiusque liberos et heredeset omnes ex eo descendentes in perpetuum de quadam domo sita in curia Patriarchali ante solarium civitatense...".

PASSAMONTI

Passamonte ha un ceppo romano ed uno siciliano, Passamonti ha un ceppo in provincia di Sondrio, uno romano ed uno tra le province di Ascoli Piceno e di Teramo,
Passamonti sembrerebbe un cognome tipico dell'Italia centrale, più precisamente della fascia costiera adriatica marchigiana e abruzzese e del Lazio. Non mancano altri ceppi in Umbria e in Lombardia. Passamonti sembra derivare dall'espressione passa i monti, attribuita in passato a quei pastori che erano soliti dedicarsi alla transumanza del bestiame trascorrendo i mesi caldi in zone alte e i periodi freddi nelle pianure sottostanti, percorrendo i cosiddetti tratturi, viottoli millenari. Osservando la distribuzione del cognome in Italia centrale sui due versanti tirrenico e adriatico, e considerando il fatto che nella zona appenninica interna esso è assente, si può ipotizzare che il cognome sia stato attribuito in passato a coloro che si erano trasferiti dalle zone impervie interne a quelle costiere del Tirrenico e dell'Adriatico (la provenienza da zone montuose avrebbe in tal senso originato il soprannome, poi cognominizzato, passa monti), oppure da una zona costiera all'altra. Una famiglia Passamonti fu illustre nei secoli scorsi: elevatasi al rango aristocratico, si trasferì verso gli inizi del settecento dalle Marche alla provincia di Roma, dove si trovò ad amministrare i doviziosi beni dell'Abbazia di San Nilo. Proprio a Giovanni Passamonti (1798-1866), componente di tale nobile Casato imparentato con gli Orsini e i Colonna, si deve l'istituzione del Comune di Grottaferrata il 3 giugno 1848, per concessione di Papa Pio IX; in tale occasione il Passamonti fu nominato Priore dalla nuova comunità costituita.


MARTINELLI

Diffuso in tutta l'Italia peninsulare, fatta eccezione per la Calabria, dovrebbe derivare dal cognomen latino Martinus.
A Livorno esiste anche una variante ebraica, Beer Martinelli.


CRESCINI
Cresci, non molto comune, sembra avere un ceppo in Toscana, nel fiorentino e nel massese ed uno in Basilicata, Crescini sembra tipico del bresciano, con un ceppo anche nel parmense, Crescio, molto raro, ha un ceppo tra alessandrino e genovese ed uno, probabilmente secondario, nel sassarese, Crescitelli, molto raro, è specifico di Altavilla Irpina (AV), dovrebbero derivare dal nome medioevale Crescius di cui si hanno tracce ad esempio a Firenze nel V° secolo con un vescovo con questo nome; si ricorda il beato Crescio, terziario francescano, nato a Foligno nel 1243, o anche nel 1500 in una lettera leggiamo: "Nicolaus Crescius Florentinus monachus cisterciensis Antonio Lanfredino Florentino civi illustri salutem. Multa quidem sunt, Antoni Lanfredine, et in philosophia et in theologia, cum obscure dicta, tum ad cognoscendum difficilia....". Esempio di questa cognominizzazione lo si ha a San MIniato (FI) nel 1480 con il vicario Andrea Cresci di Crescio.
Crescini è cCognome veneto; per Olivieri 134 potrebbe derivare da Criscino, nome di Santo (sec. III).


CORAZZINA
Corazza è diffuso in tutto il nord ed in provincia di Roma, è particolarmente presente nel veneto ed in provincia di Bologna e Ferrara, Corazzi è invece tipico della fascia centrale che comprende il riminese, il pesarese, il fiorentino, l'aretinoed il perugino con un ceppo anche a Roma, Corazze è unico mentre Corazzo lo è quasi, Corazzini è presente in maniera sporadica nell'Italia centrosettentrionale, con piccoli ceppi a Massa, a Roma e nel pescarese a Pescara e Popoli, dovrebbero derivare dal nome medioevale Coraza di cui abbiamo un esempio in Coraza canonarius in palatio Pupii, citato in un testo dell'epoca, o anche con Coraza Ubaldini che nel 1302 venne esiliato, assieme al poeta Dante Alighieri, da Firenze, come si può leggere nella Cronica di Dino Compagni: "...Del mese d'aprile 1302, avendo fatti richiedere molti cittadini ghibellini, e guelfi di Parte bianca, condannò gli Uberti, la famiglia degli Scolari, de' Lamberti, delli Abati, Soldanieri, Rinaldeschi, Migliorelli, Tebaldini: e sbandì e confinò tutta la famiglia de' Cerchi; messer Baldo, messer Biligiardo, Baldo di messer Talano e Baschiera Tosinghi; messer Goccia e 'l figliuolo, Corso di messer Forese, e Baldinaccio Adimari; messer Vanni de' Mozi, messer Manetto e Vieri Scali, Naldo Gherardini, i Conti da Gangalandi, messer Neri da Gaville, messer Lapo Salterelli, messer Donato di messer Alberto Ristori, Orlanduccio Orlandi, Dante Allighieri che era anbasciadore a Roma, i figliuoli di Lapo Arrighi, i Ruffoli, gli Angelotti, gli Ammuniti, Lapo del Biondo e' figliuoli, Giovangiacotto Malispini, i Tedaldi, il Coraza Ubaldini, ser Petracca di ser Parenzo dall'Ancisa, notaio alle Rinformagioni; Masino Cavalcanti e alcuno suo consorto; messer Betto Gherardini, Donato e Teghia Finiguerri, Nuccio Galigai e Tignoso de' Macci; e molti altri: che furno più di uomini DC, i quali andorono stentando per lo mondo, chi qua e chi là....", ma possono anche essere stati originati, direttamente o tramite ipocoristici da soprannomi legati al vocabolo corazza, derivanti dal fatto che il capostipite avesse militato nell'esercito, o da episodi che facessero riferimento ad una particolare resistenza fisica o morale dello stesso. Troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Bologna agli inizi del 1700 con Ercole Corazzi letterato e scienziato, o anche a Cortona (AR) con Galeotto Corazzi.

DANIELI
Daniel sembra trevigiano, Daniele è diffuso in tutta Italia, a Napoli in particolare, Danieli ha un importante nucleo veneto con un ceppo nel Lazio ed uno nel Salento, Danielli ha un ceppo tra alessandrino e genovese, uno tra milanese e lecchese, uno nel bolognese ed uno nel ternano, derivano dal nome Daniele tipico della tradizione protocristian, tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1200 in Istria con il mercadante fiorentino Manuccio Danieli.
Il nome di questa famiglia è diffuso in circa 822 comuni d\'Italia, massima concentrazione in Piemonte, Veneto e Campania con lieve presenza nelle Puglie, specialmente nel Salento. In quest'ultimo ha goduto nobiltà in Gagliano del Capo (LE) dove la famiglia vive tutt'ora. Celebri membri sono un Alessandro Daniele che prese parte ai movimenti successivi alla rivoluzione Napoletana e iscritto nel Notamento de' Rubricati di Terra d'Otranto; e i coniugi Enrico Daniele ed Erminia Romasi dei Baroni di Montesardo per la costruzione dell'Ospedale di Gagliano del Capo. Il Palizzolo Gravina la fa derivare dalla città di Noto e feudataria di Canicattì.


AVANZI
Avanzi ha un ceppo nel torinese ed uno nella zona che dal bresciano arriva al rovigoto e al ferrarese, Avanzini dovrebbe avere due ceppi, nel parmense e nella zona che comprende bresciano, mantovano e veronese, Avanzino, decisamente più raro è tipico genovese, Avanzo ha un ceppo nel rovigoto ed uno nel napoletano, D'Avanzo ha un nucleo nell'areale che comprende napoletano ed avellinese ed un ceppo nel barese, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Avantius o Avancius di cui abbiamo un esempio a Mori (TN) con Avancius de Sano, in altri casi possono derivare anche da Avanzino ottenuto dall'aferesi del nome medioevale beneaugurale Diotavanzi (Dio ti faccia crescere bene). Tracce di questa cognominizzazione la troviamo a Como nel 1400 con il notaio Giorgio Avanzini e a cavallo tra 1400 e 1500 con il poeta Hieronymus Avantius Veronensis.

MARCHESINI
Marchese è panitaliano, ma con un fortissimo nucleo in Sicilia, Marchesi è tipico dell'area lombardo emiliana, Marchesin è tipicamente veneto, del trevisano, veneziano, pordenonese, padovano e rovigoto, Marchesini è tipico dell'Italia settentrionale, con ceppi anche nelle Marche e nel Lazio, Marchesino è rarissimo e sembrerebbe dovuto ad un errore di trascrizione di Marchesini, Marchesoni è trentino, Marchesotti è specifico dell'alessandrino, Marchisotti, sicuramente piemontese, è tipico della fascia verticale che dal verbanese, attraverso il novarese e l'alessandrino arriva al genovese. Tutti questi cognomi derivano, direttamente o tramite ipocoristici più o meno dialettali, o dal nome medioevale Marchese di cui abbiamo un esempio in un Libellum dell'anno 1147 a Milano: "Anno ab incarnatione domini nostri Iesu Christi millesimo centesimo quadragesimo septimo, mese iulii, indictione decima. Placuit atque convenit inter Marchesem et Azettum, infantuli, germanos et filios quondam item Azobelli, qui dictus fuit Bullio, de civitate Mediolani, ipsi qui supra Azetti infantuli consentiente suprascripto Marchese, fratre et tutore suo, seu et per datam licentiam et publicam auctoritatem Amizoni...", o da soprannomi originati dall'aver, il capostipite, un qualche rapporto con una famiglia nobiliare, in qualità di servitori o mezzadri; potrebbe anche in qualche caso essere riferito al portamento o a caratteristiche di somiglianza o atteggiamenti da marchese.
Marchesin è un cognome veneto, in certi casi è possibile che questo cognome derivi da Marchese, ma non credo che sia il caso più comune, come si può constatare con i Marchesin di San Nazario, provincia di Vicenza. Nel Veneto non c'era tanti Marchesi, invece Marco era un nome dei più correnti con San Marco come patrono di Venezia. Questa famiglia nasce con Marco figlio di Antonio Belenzon, di San Nazario, sposato circa nel 1442, con Viridi fu Pessati, di Solagna. Due figli nasceranno : Bartolomeo e Giovanni che saranno conosciuti come Marchesin. Solo la discendenza di Giovanni rimarrà con il cognome Marchesin, invece quella di Bortolo diverrà Mocellin. Giovanni Marchesin e suo fratello Bortolo muoiono, con altri valligiani, nei primi giorni del giugno 1509 a Torre di Solagna, quando la popolazione del Canale di Brenta opporrà una strenua resistenza contro i tedeschi della Lega di Cambrai. In questo caso vediamo quindi che Marchesin è un diminutivo di Marco, "piccolo Marco". In diversi atti notarili del 1400 Marco è quasi sempre chiamato Marchesinus/Marchesini o Marchesin e qualche volte Marcus o Marco.


GHIRARDI
Gherardi è tipico della zona che comprende Emilia e Toscana, con un possibile ceppo nella bergamasca, Gherardini è specifico della zona tra modenese, bolognese, fiorentino, pistoiese e pisano, Gherardo, molto raro sembrerebbe padovano, Ghirardi è molto diffuso in tutto il nord d'Italia, in particolare in Lombardia, nel torinese e nel parmense, Ghirardini ha un ceppo tra bresciano e trentino, uno nel rovigoto, uno tra parmense, reggiano, modenese, bolognese e ravennate, Ghirardo ha un ceppo nella zona che comprende il torinese, il cuneese, l'imperiese ed il savonese, ed uno tra padovano e trevisano, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale di origine longobarda Gerhard latinizzato in Garardus, o Ghirardus, tracce di questi nomi si trovano ad esempio nel 1174 a Brescia in una Carta permutationis: "...et ipse Rusticus fuit professus lege vivere Romana, ut in Dei nomine debeat dare, sicut a presenti die dederunt vicissim sibi unus alteri, permutationis nomine; in primis dedit suprascriptus prepositus suprascripto Rustico, in causa permutationis, .VI. pecie de terra que iacet in loco Navis, iuris sui; prima iacet a Pir longo; coheret: a mane filii Ribaldi Dapiibus, a meridie Ghirardus, a sera via, a monte Otto de Maine; .II. iacet ibi: a mane Otto de Maine, a meridie Ghirardus, a sera similiter, a monte Iohannes Armezonus; .III. in loco Dernachi: ...", o anche nel 1100 a Caserta dove nel Catalogus Baronum, si legge: "...Johannes Garardus Camerarius sicut dixit Nicolaus Frascanellus tenet de raiano feudum ij militum,...", e nel 1300 nella Historia Langobardorum Beneventanorum, si legge: "...conduxerunt Lambertum ducem Spolitensium, et Garardum comitem,...".

PASTORELLI
Pastor ha ceppi nell'imperiese, a Pigna, Ventimiglia, San Remo e Bordighera ed un ceppo a Trieste ed a Meduno (PN), Pastora è praticamente unico, Pastore è molto diffuso sia al sud che al nord, Pastorella parrebbe siciliano, con un ceppo nel palermitano ed uno nel siracusano, Pastorelli sembra tipico del centro nord, ma con un possibile ceppo nel Salento, Pastorello ha un grosso nucleo veneto, un ceppo nell'alessandrino ed uno siciliano tra nisseno e palermitano, Pastoressa, decisamente pugliese, ha un ceppo a Bitonto e Bari, Pastori ha un grosso ceppo lombardo, soprattutto nel milanese, uno nel parmense ed uno nella fascia che comprende l'anconetano, l'Umbria ed il Lazio centrosettentrionale, Pastorin, assolutamente rarissimo è del veneziano, Pastorina è unico, Pastorini ha ceppi tra genovese ed alessandrino, tra fiorentino ed aretino ed a Roma, Pastorino, decisamente ligure, diffuso in tutta la regione anche se in modo più massiccio nel genovese, ha un ceppo anche nell'alessandrino ed uno nel salernitano ad Olevano sul Tusciano e Battipaglia, Pastoris, molto molto raro, parrebbe del vercellese, derivano tutti da soprannomi legati al mestiere di pastore.
Sull'origine di questi cognomi confluiscono perlomeno due ipotesi, che, sommate l'una all'altra, ne giustificano la vasta diffusione nell'intero paese. Da una parte, infatti, è molto probabile una relazione diretta col mestiere di pastore o allevatore di greggi, dato il tipo di economia tipica dell'epoca pre-moderna, fortemente improntata sull'agricoltura e la pastorizia. D'altra parte, però, va detto che in molti casi questi cognomi derivano dal nome medievale Pastore, che qui allude più probabilmente alla figura di Gesù Cristo, il Buon Pastore per eccellenza (nella Bibbia, è Gesù stesso che dice Io sono il Buon Pastore, conosco le Mie pecore e le Mie pecore conoscono Me (vedi anche Buonpastore), per estensione, inoltre, questo significato viene ripreso anche nel linguaggio ecclesiastico, in cui il termine pastore è usato appunto nel senso di prete, guida spirituale. Dal punto di vista storico, tracce di questo nome si trovano a Milano nel 1161, quando in un atto di compravendita viene citato un certo Pastore detto Crivello; qualche secolo dopo, inoltre, ritroviamo questo nome con lo stuccatore, orafo e mastro vetraio Pastorino da Siena (1508 ca. - 1592). Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali dei capostipiti o di soprannomi o nomi di mestiere ad essi attribuiti.


NON REPERITI:
DEGLI ANTONI (DI CHIARE ORIGINI EBREE), ZORZI (TRATTASI DI RISTRETTO CEPPO DI POPOLAZIONE VENETA DISLOCATASI LUNGO LE SPONDE DEL LAGO DI GARDA), DELIBORI (COGNOME ORIGINARIO DI UN'ANTICA FAMIGLIA NOBILE VERONESE DEDITA ALLA SALTUARIA PRODUZIONE DI ACETO DI VINO).
L'AGGIORNAMENTO è IN CONTINUO SVILUPPO PERTANTO APPENA POSSIBILE SARANNO INSERITI
ANCHE I SUDDETTI.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ebraica sarà to sorela...
nello.

Gyra ha detto...

Interessante!
BElla Steno!
GYra